Attualmente Andrea Pirlo è l'allenatore della Juventus. In modo per molti (anche per il sottoscritto per dir la verità) abbastanza imprevedibile questo signore è passato dal nulla ad essere l'allenatore della Juventus.
Quando è successo, la cosa aveva dell'incredibile se non fosse che quando la Juventus di questi ultimi 10 anni si muove, lo fa sempre con estrema serietà e con la ponderazione dei pro e dei contro.
Ma voi ve lo immaginate cosa significa passare da zero esperienza come allenatore (ma proprio zero) a essere il responsabile della squadra più titolata e vincente dell'ultimo ventennio in Italia e tra le più importanti e seguite squadre d'Europa e quindi anche del mondo?
Ecco. Se c'era una persona che poteva scalare la montagna con un sol balzo, riuscendo a resistere a tutte le vertigini e pressioni collegate alla faccenda era il signor Pirlo.
La verità è che ho scoperto questo giocatore quando non era più ragazzino. Mi spiace non aver avuto la possibilità di ammirarlo di più durante la sua carriera ma ci sono dei ruoli (come ad esempio il centrocampista arretrato) che spesso non sono sottoposti alla luce della ribalta e per vedere il talento e la classe o l'agonismo di qualcuno devi effettivamente vedere le partite intere e non gli highlight alla Domenica Sportiva.
Diciamo che è stato il mondiale del 2006 a farmi scoprire il Pirlo calciatore. Da allora l'ho seguito per anni al Milan e poi l'ho non solo apprezzato ma amato e osannato nei suoi 4 anni alla mia Juventus.
Un panorama in cui non solo ha continuato a esprimere la poesia del calcio attraverso gesti tecnici insuperabili (lanci, apertura, no look, gestione della palla, dribling, assist, calci di punizione, tiri da fuori area, etc..) ma ha anche mostrato cosa significa diventare ed essere un leader di spogliatoio e anima di una squadra.
Un leader silenzioso dirà qualcuno. Ma io questo concetto non l'ho mica capito. Silenzioso rispetto a cosa? Un leader è un leader. Indica qualcuno che guida. Qualcuno straparla, qualcuno parla male, qualcuno urla, qualcuno fa battute e via dicendo.
A parte che nessuno di noi sa come si comporta Andrea nel chiuso degli spogliatoi o nella quotidianità degli allenamenti.
Sta di fatto che sebbene sia logico che il Pirlo allenatore debba pagare qualche scotto dovuto al comunque imparare a muoversi in un ruolo come quello dell'allenatore, anni luce lontano dal giocare in prima persona nel rettangolo verde, è evidente che se c'era una persona che poteva prendere su di se l'immensità del peso di allenare una squadra come la Juventus (al top del suo cammino dopo 9 anni di scudetti consecutivi) senza aver mai allenato prima, questa persona non poteva che essere Andrea Pirlo.
Una persona di spessore, un grande professionista e, quel che più conta, un vero genio e artista del calcio.
La verità è che ho adorato come Andrea toccava la palla, come alternava gioco corto e gioco lungo, come disegnava geometrie per il campo e come tramutava un momento di stanca in un lampo accecante di calcio champagne.
Tutto questo, penso, sia un patrimonio che Andrea non solo poteva mettere in campo in prima persona ma un patrimonio che con il tempo può trasmettere anche ai giocatori che allena.
Ci vuole tempo. Ma sebbene quest'uomo possa in quest'anno perdere scudetto e non vincere la champions (considerato anche il contesto assurdo in cui i campionati e le competizioni si svolgono), continuerà ad avere la mia stima.
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