mercoledì 10 marzo 2021

Fine percorso Champions, usciamo con il Porto: un esame delle motivazioni

Ed eccoci qui, di nuovo fuori dalla Champions per l'ennesimo anno, battuti non da un colosso o da una delle squadre regine del calcio europeo ma dalla solita (succede per il terzo anno consecutivo) out-siders sottovalutata.

Quest'anno è il Porto a darci il foglio di via con una doppia prestazione (andata + ritorno) in cui alla fine bisogna ammettere che si sono guadagnati onestamente il passaggio del turno.

Adesso, come è giusto, inizieranno i processi. E penso che mai come quest'anno è giusto che siano severi e che il giudizio alla fine sia duro, senza scusanti. Da parte mia, onestamente, questo è lo stato d'animo.

E a fianco alla ovvia rabbia da tifoso per una sconfitta, vi è anche una analisi che parte dalle ultime 2/3 stagioni e che prosegue fino all'epilogo di ieri. Che altro non è che la somma di tutto il patrimonio accumulato in anni che è stato sperperato, nello specifico, da gennaio/febbraio dell'anno scorso a oggi.
Che poi questo coincida con l'avvento della pandemia covid e tutto ciò che ne è conseguito, è una coincidenza.

I cicli vittoriosi nascono e finiscono. Secondo me questa sconfitta segna la definitiva e totale fine del ciclo di vittorie iniziata nel 2011 con Conte. 10 anni di successi, di vittorie, di una identità vincente che faceva piacere anche quando le partite le perdevi. E di partite importanti ne abbiamo perse, soprattutto in Champions.

Ma ci sta. La Champions League la vince ogni anno SOLO una squadra. Fra decine di squadre attrezzate e piene di campioni. Vincere la Champions non è una passeggiata e non vincerla non è automaticamente sinonimo di disastro. Puoi arrivare in finale e perderla (successo 2 volte), puoi uscire ai quarti o alle semifinali con squadre alla tua pari o superiori. Ci sta.

Purtroppo ci sta che ogni tanto ci sia anche uno scivolone. Ogni tanto. 

Ci sta che i cicli vincenti finiscano. Dobbiamo arrenderci alla cosa. Non perchè non si potesse fare meglio e rifondare la squadra e continuare. Si poteva. Ma manca il "fosforo", manca l'energia, manca il cuore. E quindi, se questi elementi mancano, significa che quell'equilibrio fatto di dirigenza+allenatore+giocatori si è dis-allineato e non è più un corpo unico.

La fine del ciclo vincente, è arrivato proprio nel momento in cui la Juventus aveva fatto il suo salto di qualità, passando da essere una delle buone squadre d'Europa ad una delle 5/6 squadre TOP europee e forse mondiali.
La fine del ciclo vincente è iniziato quando la squadra ha accolto nel suo grembo il campione assoluto, l'alieno, il top dei top (insieme a Messi) di tutti i giocatori, mister CR7 Cristiano Ronaldo. Questo è evidente guardandosi indietro.

E non per colpa dell'asso portoghese, sia ovvio. Perchè Ronaldo ha portato la Juve nelle stelle ed è stato un acquisto favoloso. Da tutti i punti di vista. Favoloso in campo per il rendimento assurdo, per la leadership. Favoloso fuori dal campo per l'immagine che ha dato alla Juventus nel mondo. Il top dei top che gioca in una squadra top.

Ma il ciclo vincente è iniziato li perchè li si è spezzato quel patto fra galantuomini che aveva legato Agnelli a Nedved a Marotta a Paratici. Quei 4 erano stati l'anima, il cuore, gli occhi e il cervello della squadra. C'era tutto. Pianificazione e temerarietà. Identità e strategia.

Qualcosa si è rotto e con l'addio di Marotta e l'ascensione a pieni poteri di Paratici, è finito il ciclo vincente. Non perchè sia tutta colpa di Paratici. Non intendiamo dire questo. Se Paratici è diventato il Direttore Sportivo e ha sbagliato, hanno sbagliato anche quelli che lo hanno messo li. O quelli che non lo hanno sollevato dal posto quando ci si è accorti che la china stava prendendo una brutta piega.

La squadra è cresciuta anno dopo anno. Acquisti per lo più giusti e strategia di crescita. Fino al 2018. Il problema in quell'estate non è stato l'acquisto molto oneroso di CR7. E' stato un azzardo ma calcisticamente ci stava. Il problema sono state altre scelte.

La Juventus aveva una identità. Base italiana, mentalità vincente che veniva trasmessa dai "vecchi" ai nuovi arrivati, gioco basato sulla aggressività mentale prima ancora che calcistica. I massimi esempi di questo modo di giocare e di vivere la juventinità sono stati Chiellini, Buffon, Vidal, Tevez, Marchisio, Mandzukic, Pirlo giocatore. Giusto per fare degli esempi. 

Giocatori così così, in quel contesto diventavano campioni. Gli esempi si sprecano: Pepe, Giaccherini, Matri o addirittura Padoin.

La ricerca forsennata e quasi autistica dei colpi di mercato a parametro zero e la ricerca compulsiva delle plusvalenze di bilancio e dei giochi di mercato (non si sa quante volte per favorire le commissioni di questo o quell'agente) ha spostato troppo l'attenzione da uno sviluppo di idea tattica e agonistica alla creazione di un puzzle di giocatori spesso senza un filologico coerente.
Soprattutto coerente con le scelte generali o quelle specifiche dell'allenatore di turno.

Così è stato mandato via Allegri perchè non più idoneo ad un ulteriore salto di qualità, soprattutto nell'assumere un atteggiamento di gioco di tipo "europeo", e preso Sarri pur mantenendo gli stessi giocatori a disposizione. Tra l'altro prendendo un allenatore solo teoricamente giusto per la Juve, mentre un esame concreto mostrava fin da subito che la storia recente del tecnico toscano era inconciliabile con l'ambiente e lo stile Juve. Solo un direttore generale sotto l'effetto di stupefacenti o in un momento di follia poteva pensare che Sarri potesse essere l'allenatore giusto per la Juve.

La struttura era già compromessa e logora e con l'arrivo di Sarri si è cominciato a smontare un giocattolo che funzionava. Sono arrivati giocatori non idonei al progetto sarriano e sebbene io non sia mai stato un estimatore di Sarri allenatore (nè sul campo nè tantomeno fuori del campo, per me inaccettabile), si è imboccata una brutta strada. Che in effetti si era interrotta già a metà anno con un allenatore che lo spogliatoio non seguiva, con mille equivoci tattici, mille compromessi nella scelta dei giocatori.
Gli errori di Paratici sono stati molti. Troppi. Tutti sbagliano. Marotta ha sbagliato. Ha comprato giocatori che hanno fatto flop. Ma Paratici, a fronte di un grande colpo (Ronaldo) nè ha imbroccati troppi sbagliati.
In entrata e soprattutto in uscita.
Vogliamo parlare di Emre Can e Madzukic mandati via a zero? E Higuan? E Matuidi? E Khedira?
Vogliamo parlare di talenti svenduti a niente come Kean oppure Coman? Oppure talenti puri come Cancelo?
Vogliamo parlare di errori clamorosi come Bernardeschi, Rugani o Rabiot?

Non tanto per le cifre (anche quello perchè Bernardeschi a 40 milioni non si può sentire.....) ma per gli ingaggi. La Juve ha il monte ingaggi più alto della serie A e tra i più alti d'Europa. E alla fine ha dei giocatori che non meritano quegli ingaggi. 7 milioni a Rabiot o 7 milioni a Ramsey. Scherziamo? E la valutazione di Arthur? Ma può essere ritenuta credibile? Assolutamente no, semplicemente un gioco contabile. E un giocatore acquistato per far equilibrare i bilanci.

Alla fine la squadra di quest'anno è stata fin da subito un accozzaglia di vorrei ma non posso con limiti notevoli nell'equilibrio dei reparti. Fortissimi in centro alla difesa ma incredibilmente limitati sulle fasce laterali basse, con 1 solo terzino destro e un solo terzino sinistro di ruolo.
Nessun reale play basso e assolutamente nessuna soluzione di riserva come leader di centrocampo. 
Un sacco di doppioni come mezze ali o esterni di attacco (Bernardeschi, Kulusevski, Chiesa e lo scomparso Dybala) e un solo attaccante di ruolo e di peso (Morata). Uno solo.

Elencare gli errori tattici sarebbe un gioco al massacro e ci fermiamo qui. Se a questo ci aggiungiamo la scelta di Pirlo come allenatore, che io ho condiviso e comunque condivido, il quadro è completo. Perchè Pirlo è secondo me destinato a essere un grande allenatore ma onestamente non so se in questo momento fosse la scelta migliore per guidare la Juve in un momento così delicato. In cui ci sono tanti forse e incertezze e così poche certezze.

Tanti, tantissimi giovani ma anche tantissimi equivoci tattici. Dove gioca Bernardeschi? E Kulusevski? 

La partita di ieri è stata un disastro nato già all'andata. In cui la fragilità morale della squadra ha mostrato tutti i suoi evidenti limiti. Limiti che erano apparsi più e più volte e che dovevano far capire a tutti, dall'allenatore (che forse sotto sotto sapeva) ai tifosi che quest'anno era meglio mettersi l'animo in pace. Sconfitte disastrose in casa come la Fiorentina, pareggi assurdi contro Crotone e Benevento, naufragio con l'Inter in campionato, sconfitte come contro il Napoli e poi l'atteggiamento svagato e quasi rassegnato con il Porto all'andata.

Ero fiducioso che al ritorno avremmo fatto goal ma la realtà è che la squadra non ha mai avuto un gioco fluido e che i limiti caratteriale erano evidenti. Sabato con la Lazio l'abbiamo recuperata ma è nata nello stesso modo.

Ieri non è colpa di Demiral (anche sua certa) e di un rigore che si poteva evitare. La responsabilità è stata di un gruppo di 11 giocatori che nel primo tempo non sapevano cosa fare, come se non avessero preparato la reazione in caso di goal subito. Alla fine poteva succedere. E infatti recuperare due era possibile ed è stato possibile. Ma, evidentemente, prima o poi paghi pegno perchè se la testa non va, non vanno neanche le gambe.

Ieri non è questione di giocatori stanchi o cose simili. Farò un pagellone su questa partita perchè voglio esprimere il mio dissenso. Ronaldo visto ieri si vede già che non è più un giocatore che si sente juventino. Non è possibile. E' anche lui rassegnato. Ieri era da voto 5 in pagella a essere buono, inesistente.

Lo stesso Pirlo, merita un 4 per come ha preparato la gara e per come ha motivato i giocatori. Che doveva scendere in campo e massacrare gli avversari. A livello di intensità, a livello di personalità. 

Non c'è un giocatore (a parte Chiesa o Cuadrado) che ogni tanto non cerchino il gesto tecnico individuale e l'uno contro uno. Gli altri timbrano il cartellino. Alcuni (Rabiot, ieri anche Arthur, Alex Sandro, etc..) in un modo irritante e compassato da far paura.

Siamo fuori. Ci sta. Però non è accettabile uscir fuori con la peggiore delle 16 in lizza o una delle peggiori. Significa che 7-8 anni di percorso di costruzione Champions non sono serviti a niente. E non è un caso che negli ultimi 3 anni siamo usciti con squadre di seconda fascia.

Detto questo forza Juve ma non più, fino a fine stagione, questa Juve. Perchè questa squadra non è neanche all'altezza di lucidare le scarpe alla Juve che negli ultimi 8-9 anni ha DOMINATO in Italia e si è fatta apprezzare e rispettare in Europa.

Nessun commento:

Posta un commento