martedì 9 marzo 2021

Come ci presentiamo al ritorno degli ottavi con il Porto dopo la vittoria con la Lazio?

Questi ultimi giorni mi sono occupato di miglioramento personale e quindi ho avuto pochissimo tempo di interagire sui miei blog.

Ho comunque visto sabato la partita della Vecchia Signora in cui abbiamo matato i biancocelesti di Roma per 3 a 1.

Che partita è stata? Una partita con un ottimo risultato, grande iniezione di fiducia e sicuramente una prestazione in alcuni tratti della gara veramente all'altezza delle potenzialità enormi che questa squadra potrebbe sviluppare e non sempre fa.

Ma allo stesso tempo una partita che ha mostrato anche le fragilità e i punti deboli della Juventus. Che ormai appaiono chiari come il sole e forse, osservo in modo prudente, anche inevitabilmente legati al progetto stesso. A cosa mi riferisco? Al fatto che l'iniezione massiccia in questo ultimi 2 anni di nuovi giovani giocatori, con un abbassamento importante dell'età media della rosa, non possa prescindere dalla perdita di quella stabilità gestionale di ogni momento della partita.

La gioventù e il talento portano a grande energia e prospettiva futura. Ma se il talento può esserci anche a 18 o a 20 anni (Mbappè, Messi e Ronaldo docet), è sicuramente molto più difficile che ad una giovane età ci sia la maturità e l'esperienza della gestione dei vari momenti della partita.

La gioventù porta, quasi come legge inesorabile, la possibilità a commettere errori veniali. Errori che (vedi l'andata con il Porto) poi pesano tantissimo sulle gare ma che sono (appunto) inevitabili se si schierano in campo tanti giovanotti di belle speranze tutti insieme.

Questo non vuole essere una giustificazione agli errori. Solo una comprensione. Sabato l'approccio alla partita nei primi minuti è stato, come spesso è successo, non all'altezza del livello di concentrazione necessario per vincere e dominare le partite. Questa volta è toccato a Kulusesvki regalare un pallone sanguinoso e spianare la strada a Correa affinchè ci infilzasse con un contropiede fulmineo gestito e concluso in modo magistrale.

Come detto, non è tutta colpa del biondino svedese. Lui ha commesso l'errore, è vero ma è la squadra che una volta ancora è entrata in campo senza il giusto piglio. Questione di maturità? Forse.

Sta di fatto che sabato la abbiamo ribaltata e questo spiana la strada a replicare la cosa questa sera.
La Juventus ribalterà il risultato con il Porto in Champions? Potrebbe. Ci sono tutti i presupposti. 

Mentali (alto morale dopo sabato), fisici (prova soddisfacente da un punto di vista agonistico, di rosa (grandi e importanti rientri) e numerici (il 2:1 dell'andata può essere ribaltato con un semplice 1 a zero, quindi niente di numericamente complicato). Si può fare e io penso succederà.

Questo non significa che non ci siano le incognite. La più importante non dipende da cosa il Porto farà ma da quanto ci sarà la giusta "cattiveria" agonistica. Se scendiamo in campo leggeri sarà un disastro. Se scendiamo in campo concentrati, calmi ma aggressivi e cattivi ce la faremo.

Quindi a stasera e ci vedremo domani per sentenziare come è andata.

Fino alla fine.

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